Studio Nigro-Dottori Commercialisti-Napoli

lunedì 12 novembre 2007

RASSEGNA STAMPA 10/11/2007 riordino ires ritenute dividendi interessi passivi studi settore scissioni prezzo valore

Il Sole 24 Ore

Ma il riordino dell’Ires privilegia chi è già forte (A. Criscione)
Una analisi elaborata dal nostro Studio evidenzia come, nonostante
l’abbassamento dell’aliquota Ires previsto dalla Finanziaria 2008, il
Fisco italiano resta, per le imprese, tra i meno favorevoli in Europa.
L’analisi evidenzia che la nuova manovra privilegia le aziende
strutturate e con un rendimento economico costante, penalizzando,
invece, le aziende economicamente meno efficienti, le aziende indebitate
o in fase di start up o con forti investimenti da effettuare. Per quanto
riguarda il confronto internazionale, Marco Da Re, Tax Managing Partner,
spiega: "Dalla nostra analisi emerge che le nuove disposizioni sono
comunque nella maggior parte dei casi più sfavorevoli rispetto alle
analoghe disposizioni previste negli altri Paesi presi a riferimento e
ciò ci pone in una posizione di significativo svantaggio competitivo
quanto alla fiscalità d'impresa e costituisce un forte limite allo
stimolo dell'investimento in Italia". Gaetano Pizzitola, Partner
International Tax, mediante un confronto sul consolidato di quattordici
società quotate in Borsa, spiega il vantaggio della nuova riforma sulle
imprese più capitalizzate. Secondo Pizzitola, l'utilizzo dei dati
consolidati sembra non creare il problema dell'indeducibilità degli
interessi passivi.

Stop a ritenute sui soci europei (G. Pizzitola)
La sentenza della Corte di giustizia europea sul caso Amurta (C-379/05),
depositata l’8 novembre 2007, ha stabilito che “l’applicazione di
ritenute alla fonte su dividendi pagati a società localizzate in altri
Paesi comunitari costituisce una limitazione della libertà di
circolazione dei capitali di cui all’articolo 56 del Trattato di Roma,
se analoghi dividendi pagati a società residenti nello stesso Paese sono
esenti da tale tassazione”. Sarebbe, quindi, opportuno che i gruppi
italiani che abbiano ricevuto dividendi esteri verifichino la
possibilità di ottenere dei benefici in virtù dell'applicazione di tale
pronuncia.

Il Senato alleggerisce la stretta sugli interessi (V. Maglione)
Il Senato attenua la stretta sulla deducibilità degli interessi passivi
e sugli ammortamenti prevista dal Ddl Finanziaria 2008. In tema di
interessi passivi, due sono le novità più rilevanti: il risultato
operativo lordo (Rol) rilevante ai fini del nuovo regime di deducibilità
dovrà essere calcolato al lordo dei canoni di leasing dei beni
strumentali; eliminazione del limite quinquennale al riporto in avanti
degli interessi passivi indeducibili, per le imprese in fase di start up
o in altre situazioni particolari, mediante la presentazione di un
interpello disapplicativo. In materia di ammortamenti “anticipati” ed
“accelerati”, per le società di persone e le ditte individuali la non
deducibilità scatta solo per i beni entrati in funzione dal 2008.

La correzione sull’indebitamento rilancia gli investimenti in leasing
(L. Gaiani)
Il Senato ha apportato alcune modifiche alla riforma dell’Ires contenuta
nella Finanziaria 2008: le immobiliari di gestione tornano a dedurre gli
interessi passivi di finanziamento anche su immobili non strumentali; è
stata confermata, anche per i prossimi anni, la durata minima di 48 mesi
dei leasing di autovetture.

Studi di settore sempre in attesa di regole più chiare (D. Deotto)
Il contenuto dell’emendamento approvato ieri in Senato per gli studi di
settore prevede che spetta al Fisco l’onere della prova per avvalorare i
maggiori ricavi o compensi che derivano dall’applicazione degli
indicatori di normalità economica. Quindi, il contribuente non è
soggetto ad accertamento automatico.

Interessi confermati anche con le fusioni (L. De Stefani)
Secondo la risoluzione n. 322 del 9 novembre, emanata dall’agenzia delle
Entrate, la fusione per incorporazione delle società appartenenti al
medesimo consolidato in un soggetto esterno al gruppo, pur interrompendo
il regime, non comporta, in capo alla consolidante, il ricalcolo degli
interessi indeducibili da pro rata.

L’errore del fornitore non porta sanzione (R. Portale)
Secondo la risoluzione n. 321 del 9 novembre, emanata dall’agenzia delle
Entrate, nel caso di acquisto intracomunitario inesatto, non è dovuta
alcuna sanzione dall’acquirente italiano che ha rispettato le norme
interne se l’errore è stato commesso dal fornitore residente in un altro
Stato Ue.

Scissioni con un solo regime fiscale
Sul supplemento ordinario 228/L alla G.U. n. 261 del 9 novembre, hanno
trovato posto diciotto decreti legislativi, emanati in attuazione di
direttive Ue. Tra questi, il decreto legislativo 199 recepisce la
direttiva 2005/19 sul regime fiscale comune da applicare alle fusioni,
alle scissioni, ai conferimenti di attivo e agli scambi di azione
concernenti società di Stati membri diversi.

Il “prezzo valore” guadagna spazio (A. Busani)
Secondo la risoluzione n. 320 del 9 novembre, emanata dall’agenzia delle
Entrate, il principio del “prezzo valore” si applica anche alla permuta
di abitazioni tra persone fisiche che non agiscono nell’esercizio di
impresa arte e professione.



Italia Oggi


Ctp tra prove affievolite e presunzioni semplici (A. Bongi)
Dal Forum day tributario tenutosi ieri a Lucca e organizzato
dall'Associazione magistrati tributari emerge che i tempi medi del
processo tributario non superano i 18 mesi e rispettano il principio
della ragionevole durata del processo previsto dall'articolo 12 della
Costituzione. Soltanto l'1% del totale dei processi arriva nelle aule
della Cassazione. Inoltre, secondo Giacomo Caliendo, presidente
dell'Amt, “le norme della Finanziaria 2008 in materia di giustizia
tributaria vanno nella giusta direzione e consentiranno di risolvere
alcuni dei problemi sul tappeto”.